Ance: dallo split payment all’Imu, l’edilizia è tra i settori più penalizzati dal sistema fiscale

I costruttori, in audizione alla Camera, chiedono una riorganizzazione complessiva, che consenta alle imprese di districarsi in maniera chiara tra tutte le norme applicabili.

Split payment, Imu e Tasi, imposta di bollo per la partecipazione agli appalti pubblici. Il settore delle costruzioni è tra quelli più penalizzati dal nostro sistema fiscale. Servirebbe, per questo, un intervento di riorganizzazione complessiva, che consenta alle imprese e ai cittadini di districarsi in maniera chiara tra tutte le norme applicabili. È questo il senso dell’audizione dell’Ance tenutasi ieri davanti alla commissione bicamerale per la semplificazione.

Il settore edilizio per l’associazione dei costruttori rappresenta «un chiaro esempio degli aspetti deteriori del nostro sistema fiscale. Non esiste altro comparto in cui le regole fiscali siano così complesse da rendere necessario uno specialista della normativa del settore, per districarsi nelle migliaia di norme fiscali applicabili». Serve, quindi, una riorganizzazione complessiva del prelievo sugli immobili che segua due direttrici. La prima è il miglioramento della “compliance” fra fisco e contribuenti, che viene ad oggi ostacolata da una serie di adempimenti “vessatori”, in particolare in tema di Iva. La seconda è il superamento degli ostacoli all’adempimento fiscale, dovuti all’elevato grado di incertezza che, spesso, caratterizza il calcolo del debito tributario, sia in fase di acquisto che di possesso degli immobili.

Si parte dalle modalità di applicazione dello split payment. Per l’Ance, è un meccanismo perverso che ha l’effetto di aumentare a dismisura i crediti Iva. Per questo motivo, andrebbe sostituito con l’obbligo dell’uso della fattura elettronica oppure con l’introduzione di un modello di dichiarazione Iva mensile, che consenta il rimborso o la compensazione già il mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione.

La seconda area di intervento riguarda il prelievo ai fini dell’imposta di bollo per la partecipazione agli appalti pubblici. Questa disciplina, infatti, è caratterizzata da una serie di importi differenziati a seconda della tipologia di atto. Servirebbe, allora, un riordino della materia, dal momento che le stazioni appaltanti si comportano in maniera spesso contraddittoria, esponendo gli operatori economici a costi sempre variabili: l’Ance auspica l’introduzione di un’imposta d’atto sostitutiva dell’imposta di bollo, applicata in misura proporzionale all’importo dei lavori.

Il terzo tema è l’imposizione sul possesso dell’immobile: Imu e Tasi. Anche in questo caso servirebbe un assetto definitivo e stabile per un settore caratterizzato da una miriade di modifiche nel corso degli anni. Le strade da percorrere per i costruttori sono due: l’esenzione integrale dal prelievo per gli immobili merce delle imprese di costruzioni o l’introduzione di un’imposta unica patrimoniale destinata ai Comuni per il finanziamento dei servizi, con esclusione dal prelievo per gli immobili merce. Ancora, bisogna intervenire sull’applicazione della regola del “prezzo-valore” nei trasferimenti immobiliari: andrebbe estesa anche ai fabbricati abitativi e ai terreni, quando la vendita sconta l’applicazione dell’imposta di registro. Infine, bisogna arrivare a una definizione univoca, ai fini di tutti i tributi, del regime fiscale applicato ai trasferimenti di fabbricati da demolire.

Giuseppe Latour

Da: IlSole24Ore, 7/06/17

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